La storia del pittore Antonio Ligabue, con flashback che mostrano sprazzi della sua infanzia e delle sue origini svizzero-italiane. Il piccolo Antonio viene affidato a genitori adottivi, inizia subito ad avere disturbi psicofisici, ammalato di rachitismo, e dopo essere stato espulso dalla scuola e aver aggredito la madre, viene ricoverato più volte in manicomio. Ma allo stesso tempo Antonio trova conforto nella pittura e nella scultura, raffigurando spesso animali esotici, come leoni, cavalli, gorilla, tigri, che unisce al paesaggio emiliano, dato che Antonio si trasferirà a Gualtieri in Emilia, dove è appellato spregiativamente come “El Tudesc”. Tuttavia Ligabue presto viene scoperto dal critico Mazzacurati, che lo incoraggia a continuare con le sue opere, e a partecipare a mostre e convegni d’arte della provincia, finché Ligabue non viene lentamente scoperto e apprezzato dalla critica, benché bollato da certi accademici come artista naif.